Brizzi Enrico - 2008 - L'inattesa piega degli eventi by Brizzi Enrico

Brizzi Enrico - 2008 - L'inattesa piega degli eventi by Brizzi Enrico

autore:Brizzi Enrico
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Calcio, Letteratura e narrativa, Narrativa contemporanea, Romanzo
ISBN: 9788898133154
editore: Dalai Editore
pubblicato: 2008-05-05T22:00:00+00:00


CAPITOLO XX

Il Sette veli era una vecchia balera dalle pareti in legno e i vetri colorati, un tempo riservata ai militari italiani e alle sciarmutte che li accompagnavano.

Ora che l'aveva presa in gestione un gruppo di studenti di Belle Arti, si era trasformata in uno stravagante locale da concerti. La tribù che lo popolava era composta da universitari e insegnanti poco conformisti, ragazze in gonne sgargianti e monili etiopi, e non pochi afro dai capelli radunati in grosse trecce come quelli di Saverio Melchiades.

Al banco servivano solo birra e i cocktail più semplici, e nonostante una nuova copertura avesse sostituito la vecchia tettoia di paglia, permaneva l'impressione di trovarsi dentro una grande capanna.

Quando entrai con Ermes, sulla pedana del palco era in corso una sessione indiavolata che vedeva protagonista un talentuoso batterista bianco, lo sguardo ebbro e una grande farfalla tatuata sull'avambraccio.

Lo accompagnavano una suonatrice di contrabbasso dai capelli ramati, notevolissima, e un monumentale nero in camicione, occhiali da sole e papalina. Sarà stato alto due metri, e nelle sue mani una tromba appariva simile a un giocattolo per bambini.

«Bop alla Miles Davis!» approvò Ermes sfilando il soprabito. «Balsamo per le mie orecchie!»

Per anni quella musica selvaggia era stata tabù.

«Non ci fosse stato il figlio del Duce a sdoganare il jazz», lo provocai, «col cavolo che nei circoli universitari avrebbero tenuto serate del genere.»

«Dici che devo ringraziare Sua Eccellenza e quella martire di donna Rachele?» sbuffò mentre perlustrava la sala alla ricerca d'un tavolo libero. «Mi chiedo se anche in Italia sarà così, o se invece lassù è tutto grigiore, adunate e locali in cui s'ascolta solo Giovinezza.»

«Hai in mente un'Italia che non esiste più. Sono sempre meno a cantare Giovinezza, e a Roma di jazz puoi ascoltarne quanto vuoi.»

«Almeno quello», disse Ermes facendo su e giù con la testa. «Quanto va avanti, poi, il Trofeo delle sette repubbliche?»

«Quarti, semifinale e finale, tutto in una settimana.»

«Tutta 'sta pubblicità, e ci pagano solo una settimana in Italia?» domandò con un sorriso da gradasso.

«Sempre che vinciate lo scettro.»

«Se solo l'Audax facesse un passo falso… Ma dicono i ragazzi che la partita di domani se la sono già comprata», considerò mentre occupavamo un tavolino a ridosso della pista. Era a forma di elle, affollata di ragazzi scamiciati che tenevano il tempo col piede, o fingevano di suonare strumenti d'aria.

«C'è poco da fare i conti: tocca vincere oggi e domenica prossima, poi c'è lo scontro diretto all'ultima giornata. Come sono, loro?»

«La squadra più noiosa sulla faccia della terra», rispose, «ma prendono gol a ogni morte di papa.»

«E davanti?»

«Tirano a stangarti in contropiede. Se ti distrai un attimo, è fatta.»

Non era quello che speravo di sentire, ed Ermes se ne accorse.

«Ma noi abbiamo un piano escogitato da mister Krasic», rivelò.

«Sentiamo.»

«L'ha chiamato Greta come la sua nuova amichetta», e si mise a contare con le dita. «G, giocare come fosse la nostra partita di addio al calcio. R, ricordare che loro sono la squadra del Governatore e noi quella del popolo. E, entrare su ogni palla. T, troncare la loro manovra a centrocampo.



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